Giá all’età di quattro anni

Giá all’età di quattro anni iniziò a parlare della sua vita passata, di suo marito e dei suoi due figli; che aveva vissuto con suo marito nella città di Mathura in cui lui era proprietario di un negozio di vestiti, che il suo nome passato era Chaudine ed era morta dando alla luce il terzo figlio. I suoi genitori la lasciarono fare convinti che fossero solo le fantasie di una bambina. Fu solo quando le affermazioni sulla sua vita passata divennero piú insistenti che cominciarono a preoccuparsi. Shanti spesso raccontava dei cibi che cucinava alla sua famiglia, delle strade di Mathura, ecc. Piú cresceva e piú Shanti raccontava storie della sua vita passata, insistendo coi genitori di portarla a Mathura. Un giorno il suo insegnante, incuriosito inviò una lettera all’indirizzo del suo presunto marito descrivendo la situazione e con sua sorpresa l’uomo gli confermò tutto, dal nome della moglie a quello dei figli, l’indirizzo e i suoi parenti; ogni cosa detta da Shanti corrispondeva, perfino il colore della casa.
Giá all'età di quattro anni

L’insegnante chiese al “marito” di Shanti, Pantit Kedarnath Chaube, di venire a Delhi per incontrarla ma l’uomo temendo una truffa ci mandò suo cugino chiedendo di presentarsi col suo nome. All’arrivo dell’uomo alla stazione Shanti non si fece ingannare riconoscendo da subito il cugino del marito e rivelando altri dettagli della casa, sui suoi figli e su suo “marito”. Sconvolto, l’uomo tornò a casa e raccontò tutto al cugino convincendolo ad andare a Delhi per incontrarla ma Pandit non era ancora del tutto convinto, perció quando il cugino bussò alla porta della casa di Shanti lo presentò come suo fratello. Anche questa volta la ragazza non si fece ingannare ed indicò Pandit come il suo marito nell’altra vita. A cena fece preparare i piatti preferiti da Pandit e come prova della sua reincarnazione gli descrisse la casa e il luogo dove aveva nascosto i suoi gioielli personali e una quantità di denaro. Quando Pandit e suo cugino presero il treno per Mathura la ragazza volle andare con loro ma non le fu permesso. Tempo dopo venne invitata da Pandit a visitare la sua casa insieme ai genitori e la ragazza fece il tragitto senza smarrirsi, dando prova di conoscere bene quelle strade sebbene fosse la prima volta che visitava quella città. Arrivata a destinazione riconobbe tutti i suoi “vicini di casa” chiamandoli per nome sebbene non li avesse mai visti prima, descrivendo le loro case e i figli, rimproverando Pandit perché aveva dipinto la casa con un altro colore, lasciando l’uomo ancora una volta stupefatto. Durante l’incontro riconobbe i suoi figli compreso quello che non aveva mai conosciuto, raccontando cose che solo la moglie defunta di Pandit poteva sapere e descrivendo il periodo di transizione tra un corpo e l’altro. Quando fu il momento di accomiatarsi pianse al pensiero di dover di nuovo lasciare i figli ma rimase sempre in contatto con la sua precedente famiglia. La ragazza divenne molto famosa in India al punto da essere presentata al Mahatma Ghandi e a molti membri del Parlamento indiano. Nel 1935 venne istituita un’apposita commissione d’indagine sul suo caso arrivando alla conclusione che Shanti Devi era un vero caso di reincarnazione. Questo é il caso di vita passata piú documentato della storia, non solo per le indagini che sono state fatte ma perché il soggetto non ha descritto una sua vita in epoche lontane ma quella immediatamente precedente, fornendo al tempo stesso testimonianze e prove dirette.