Corso di formazione

Molti anni fa l’azienda dove lavoravo fece un corso che doveva servire a rafforzare lo spirito di cooperazione all’interno del gruppo. Una bella iniziativa.

Un giorno, il docente proiettò, sulla lavagna luminosa, questa foto e disse di descrivere quello che vedevamo. Dopo un paio di minuti spense il video, raccolse i foglietti e iniziò a leggere quello che avevamo scritto:

Corso di formazione-Una giovane donna
-Una vecchia signora
-Una vecchia signora e una giovane donna
-Una giovane donna
-Una vecchia signora e una giovane donna
-Una vecchia signora
-Una vecchia signora, una giovane donna e un uccello stilizzato …
… …
-Una vecchia signora
-Una vecchia signora e una giovane donna
-Una giovane donna
…  … …

Insomma qualcuno aveva visto una giovane donna, qualcun altro una vecchia signora, altri ancora entrambe, il più giovane aveva scritto di vedere anche la testa stilizzata di un uccello.

Il docente riaccese la lavaga e chiese a uno di quelli che aveva visto la vecchia signora di descriverla, poi chiese di fare la stessa cosa a chi aveva visto la giovane donna. Alla fine, chiese se vedevamo entrambe le figure.

No. Molti continuavano a vedere un solo personaggio. Allora il docente spiegò che nel disegno c’erano entrambe le figure e le descrisse. A quel punto, e solo allora, tutti vedemmo entrambi i personaggi.

Il messaggio era che bisognava imparare ad ascoltare. Ascoltare attivamente, al lavoro e non solo, ascoltare senza pregiudizi e mettersi nei panni dell’altro, quindi riconoscere e accettare il suo punto di vista. Inoltre una persona capace di ascoltare da’ un segnale positivo, comunica ai suoi interlocutori che è attento, così facendo conquista la loro fiducia e di conseguenza sarà, a sua volta, ascoltato.

Insomma nelle organizzazioni, la capacità di ascoltare è ritenuta tra le più importanti competenze professionali soprattutto per chi interagisce quotidianamente con colleghi capi e collaboratori. Le cause più comuni che limitano la capacità di ascolto riguardano spesso il poco tempo a disposizione, oppure la forte concentrazione sugli obiettivi che vogliamo raggiungere o semplicemente la persona che abbiamo di fronte non ci piace.

Oggi ripenso a quei giorni e mi chiedo: “Perchè nessuno ha visto la testa dell’uccello?” o meglio: “perchè nessuno ha preso in considerazione quello che aveva detto il giovincello?”.
Forse perchè tutti abbiamo pensato che era ragazzo, aveva meno di 30 anni, aveva troppa fantasia, un sognatore e anche un bastian contrario …

Invece la testa d’uccello c’è e ora, con un po’ di fantasia, la vedo e forse a 25-30 anni l’avrei vista subito anch’io. Invece io avevo più di 40 anni e a quella età non si sogna più, dicono che gli occhi si aprono. Invece no, la mente e gli occhi si chiudono.

Poi diventi vecchio e hai molto tempo per riflettere, allora capisci che hai passato un periodo della tua vita in apnea, senza sogni, con gli chiusi e vedevi solo quello che ti dicevano di vedere o addirittura solo quello che conveniva vedere. Quando poi li riapri, gli occhi e la mente, ti accorgi che ormai è troppo tardi, il tempo è scaduto …

Aprite sempre gli occhi e, ancor di più, la mente e ascoltate”, ascoltate tutti e poi decidete con la vostra testa, ma ascoltate.
Io l’ho fatto poco … ed è stato un errore, uno dei tanti …

-Colino-