A un anziano signore genovese

A un anziano signore genovese muore improvvisamente la moglie.
Il poveretto decide di dedicargli un necrologio e si reca all’apposito ufficio.
L’impiegato, dopo i saluti e le condoglianze di rito, gli dice:
-Bene, adesso mi dica il testo da pubblicare.
E il signore, dopo averci pensato un attimo, fa:
-… Io vorrei scrivere semplicemente ‘Morta Marta”.
L’impiegato lo guarda perplesso e ribatte:
-Tutto qui…?
Il signore spiega:
-Mah, sa, mia moglie si chiamava Marta, una donna semplice, in paese ci conoscono tutti, siamo gente di poche parole, e poi morta è morta, quindi, cosa vuole che scriva?
L’impiegato:
-Va bene, ma per un fatto così triste, magari qualche parola in più …

 

A un anziano signore genovese

Il signore, dopo un breve istante di riflessione:
-Si, lei ha ragione, però guardi, davvero, è sufficiente scrivere quello che le ho detto per esprimere il mio dolore.

L’impiegato, notando una certa espressione degli occhi e la tipica parlata del signore, sospetta che forse ci sia un po’ di tirchieria genovese mal nascosta, dietro quella strana scelta. Allora aggiunge:
-Mi scusi se mi permetto, ma guardi che fino a 5 parole la tariffa è fissa, sono 10.000 lire, quindi sarebbe un peccato …
E il signore, con un certo interesse:
-Ah, davvero? Beh, allora ha ragione, potrei aggiungere qualcosa….
Ci pensa un po’ su, poi si decide:
-Va bene, allora scriva così: ‘Morta Marta. Vendo Panda blu.’