Avevo firmato un contratto

“Avevo firmato un contratto per sette anni con gli studios americani. Un contratto che prevedeva la possibilità di essere venduta ad altre produzioni, magari per un solo film senza nemmeno poter leggere il copione. A quei tempi, ci si sentiva completamente prigionieri di quel mondo. Per esempio le interviste…. Si facevano in questi grandi saloni con il capo ufficio stampa dietro: ‘Signora Lisi deve dire questo e non questo, deve fare questo e non quest’altro e sorrida sempre’. Un giorno mi trovai davanti agli occhi un mio curriculum totalmente contraffatto. Mi si faceva passare per una stramiliardaria, non sposata e che avevo una tenuta con tanti cavalli… Ho detto: ‘Ragazzi ma chi è questa? Sono sposata, ho un figlio di true anni, i cavalli non li ho mai avuti e non sono miliardaria… ma che cavolo scrivete?’.

Avevo firmato un contratto

Gli americani del resto sono così. Me lo spiegarono anche: ‘Devi far sognare la gente che ti viene a vedere al cinema’. Non potevi farti vedere in giro, magari la sera si voleva andare in una pizzeria o ristorantino e non potevo… ‘No No, la Lisi si deve vedere solo nello schermo’ cosi dicevano. Fortunatamente oggi non esiste più questo Star System, gli attori sono più liberi. Ma quando sono andata io negli anni ’60 era un periodo sicuramente d’oro per il cinema americano, ma eravamo dei prigionieri. Un giorno mi arriva il copione di ‘Barbarella’, la pellicola che avrebbe lanciato poi Jane Fonda. Lo leggo e mi prende un colpo. Avrei dovuto interpretare una ragazza vestita di paillettes, metallo e piccole ali. Un personaggio totalmente idiota. Dissi: ‘Io questo film non lo faccio, ho intenzione di fare cose più serie’. Mi risposero: ‘Lei è sotto contratto e fa quello che diciamo noi’. Ho stracciato il contratto, pagando anche una cospicua penale. Ho detto basta e dopo quattro anni me ne sono tornata in Italia anche per amore di mio marito e mio figlio”.
-Virna Lisi-